Finale Cric Poggio Bustone – Andrea
che dire, semplicemente tutto fantastico, bello il posto, buona l’organizzazione, tanta voglia di scoprire le sensazioni di partecipare ad una gara.
Giorno della partenza Venerdì 7 Settembre.
……per mia natura, non saranno certo i miei tipi, ma dopo aver saputo che la finale del Cric 2012 si sarebbe, già dal giovedì 6, disputata nel sito disponibile di Poggio Bustone, Carlo, Piero, Gianluca e quando gli prende la 3, Fabio Sacco, li ho tempestati di telefonate/sms inevitabili al fine di mantenere viva la speranza di non andar solo.
Purtroppo, dopo le defezioni di Piero e Carlo, partiamo in solitudine, consapevoli che i GPS disponibili sarebbero stati di vario genere land and air . Purtroppo il mio (di terra) di vecchissima data idoneo soltanto ad indicare vie di lunga percorrenza e di importanza nazionale, risulterà di scarso aiuto nell’indicazione delle piccole vie di comunicazione.
Così è stato. In avvicinamento al Goal “Poggio Bustone” il mio vecchio Garmin si blocca e l’unica indicazione che riesce a darmi, peraltro rivelatasi errata, è quella di imboccare un tunnel lunghissimo che francamente, a naso, dopo averne percorso un paio di cento metri, capisco che non è quella la strada, mi stavo allontanando, consapevole che il problema che si poteva concretizzare, non era certo la benzina, ma era raggiungere la dead line (in una task la deadline è il limite orario per l’effettuazione della prova) oltre le ore 24:00 significando finire fuori gara, anzi, scusate, rimanere fuoristanza.
In relativa lontananza vedo delle luci di un paese arroccato, penso: Poggio Bustone non può essere che quello. Dopo una serie interminabili di tornanti (come una termica anzi, anzi una termo dinamica) alle ore 23.15 , raggiungo Poggio Bustone e se non prendo un vaffa dal proprietario (forse l’avrà solo pensato) della Locanda la Francescana è soltanto perchè poco prima di varcarne la soglia mi viene in contro, spiegandomi che il suo bed and breakfast è, per quel w.e., quasi totalmente occupato dai pellegrini devoti a San Francesco, pertanto, a voce bassa, mi sussurra che non bisogna fare rumore: ”…sai, questo tipo di ospiti si svegliano all’alba per intraprendere le interminabili camminate di rito”. Ok sarà fatto, rispondo, mettermi in cattiva luce nei confronti dei devoti a San Francesco non mi sembra proprio il caso.
Come se le mitragliate delle telefonate non fossero state sufficienti, contatto, per l’ennesima volta, Gianluca spiegandogli che raggiunta la locanda, sarò io ad aspettarlo, non certo la reception della Pensione.
Gianluca arriva dopo circa un ora e come una suocera che si rispetti, evidenzio, solo pesandolo che se fossi stato in lui sarei partito un pochino più tardi da Grosseto. Comunque sia, è tardi, andiamo a letto, sfiniti per la giornata appena trascorsa ma vispi per l’inevitabile gioia/tensione/energia che ora per ora si stava accumulando per il giorno della gara.
Sabato 8 settembre.
Saliamo in decollo e dopo circa 30 minuti il Direttore di gara chiama il Breafing prima la Pro e poi la Fun e ce ne illustra il tema.
Per quanto ci riguarda, il direttore, della Task numero 7, ci spiega che la gara per noi della Fun, si deciderà alla boa numero 3, e così è stato. Dopo la boa n.2, oltre al fatto che la distanza dalla due alla tre si parlava di circa 8 Km c’era da considerare che almeno 5 si dovevano fare in piana e una giornata non favorevole dal punto di vista termico non poteva certo permettere, ad una categoria come la nostra, di chiudere la task.
Per quanto mi riguarda, a 3 km dalla boa n.3 (guarda il caso), mi trovo a circa 350 metri su un cucuzzolo che ospita un piccolo agglomerato urbano e dentro di me penso: o trovo termica oppure posso dire addio alla boa 3.
Non trovo praticamente niente e dopo aver perso 100 metri, invece di proseguire per avvicinarmi alla boa 3, decido, sbagliando, di guadagnare al massimo l’atterraggio (pertanto allontanandomi dalla boa 3) forse per la zavorra che mi sarei dovuto portare dietro una volta toccato terra, oppure perchè avevo proprio staccato la spina… risultato: se non ricordo male mi classifico nono proprio dietro a Gianluca che dopo atterrato mi continuava a dare, per essere recuperato, delle coordinate in formato non corretto… e pensare che avevamo partecipato ad una gara con dei wpt in un formato ben preciso!
Domenica 9 Settembre
Solito breafing di rito, con la consapevolezza che le termiche sarebbero state decisamente molto più robuste. La prova di quanto asserito è la cronaca del Breafing interrotta da un urlo: “attenti attenti dust devil!!” e una fumata di polvere/terra si inerpica in un cilindro vorticoso poco più grande di un metro. Risultato: vela accartocciata, priva di pilota allacciato e libera da pesi che l’avrebbero fatta/fatto decollare.
Dentro di me mi dico: minchia si inizia benino. Anche il tema di gara sembra più fattibile ma c’è sempre la maledetta boa tre che oggi Domenica è diventata la numero quattro. L’apertura della finestra di decollo è dopo le 14.00 mentre l’inizio gara allo Start Pilon (wpt di inizio gara di raggio 400 m) è previsto esattamente alle ore 15:00.
Decollo e dopo aver fatto termica in prossimità del take off, il mio digifly, programmato correttamente con lo Start Pilon ore 15:00, con una voce e sul display mi informa di essere a 3 minuti dalle 15:00, indicandomi nel contendere il cronometro – 2 min e 59′ ..58′..57′ e così via. A questo punto guardo il plotter e la mia traccia si sta pericolosamente ed eccessivamente avvicinando allo start prima delle 15 ……viro, faccio un 360 forse due e in quel momento capisco di essere poco più basso del concorrente della Fun, primo alla task del giorno prima, che viceversa per fare termica era ancora decisamente più lontano rispetto alla combinazione ore 15:00 e posizione Start Pilon… e così è stato, per raggiungermi penso che affondi sulla pedalina e perde quota.
A 10 secondi dallo start, e a soli 30 metri dal cilindro: parto per primo, mi giro leggermente con il capo, anche lui nel frattempo ha raggiunto lo start, ma dopo di me, a questo punto mi dico, facciamogli vedere quanto va questa Artik e affondo sulla pedalina (non tutto), lo lascio in termini di distanza ma non certo in termini di quota, quasi mi lascia andare: capirò solo dopo il perché.
Dopo lo Start Pilon la boa numero 2 è distante 4 km su un paese che segue quasi la catena dove voliamo, a 800 metri, dalla boa numero 2, mi rendo conto che rispetto al giorno prima mi trovo leggermente più basso e allora trovata una termica non potente 1,00/1,5 ms capisco in quel momento il motivo per il quale il concorrente predetto aveva deciso di lasciarmi andare. A questo punto, essendo più basso rispetto a lui, visto che sto girando in termica, lo vedo piombare a tutta velocità, prende quella termica più alto di me e insieme a lui arriva il terzo e il quarto,..
Dentro di me, come prima mi ero elogiato, penso: “.. ma sono proprio un bischero ad avere abboccato”: quegli str…i (in senso buono) mi hanno preso come termo cavia, a questo punto raggiunto, mi trovo a 100 metri sotto a loro, la termica è anche un po’ turbolenta e spezzata, virano prima di me sulla boa numero 2, viro anch’io e loro mi guadagnano in termini di distanza un chilometro visto che mi rifermo, dopo la boa numero due, tornando indietro sempre circa sulla solita termica (ero troppo basso per continuare).
A questo punto guadagno faticosamente un po’ di quota,1500 metri circa e decido di ripartire alla boa numero 3 che oggi non è la tre del giorno prima ma la due del giorno prima. La giornata, nonostante gli annunci, non sembra ancora definitivamente partita, anzi stava partendo e vicino al decollo ne ricevo prova: un termicone, forse preso in leggero sottovento dovuto ad un dosso vicino al decollo delta, mi sbalza a tutta velocità verso l’alto; in quel momento, mi concentro solamente a reggere la mia Artik 1 contro vento che mi sembra di partire prima a destra poi a sinistra,.. la reggo…. il digifly era tanto che non lo sentivo fischiare con quella frequenza, guadagno 400 metri in poco meno di 1 minuto e 20 secondi, mi sento alto e forse lo sono per la boa numero due, decido di partire (su questa termica non ci faccio neanche un giro), raggiungo la boa e viro nuovamente per la boa numero 3 (sempre il tre) e cioè il decollo. Indovinate indovinate? Quel popò di termicone che non avevo sfruttato dopo esserne uscito per raggiungere la boa 2 mi fa perdere prima all’andata e poi al ritorno 550 metri, portandomi in un aria parecchio, ma parecchio sotto il decollo delta e sotto le termiche che contano…
La mia gara finisce qui….Atterrato, ricevo per radio l’informazione dell’emergenza fatta da un pilota della Pro: poi si è saputo che era ingarellato con il primo per raggiungere il goal, con vento a favore e pedalina tutta schiacciata …non siamo deltaplani!!!