Racconti
Ebbene, anche se ero convinto che partecipare alle gare fosse inutile e da megalomani, devo confessarvi che ho dovuto ricredermi. Dico che è stato molto formativo.
Innalzi tutto ringrazio Andrea che è stato simpaticissimo e inoltre fondamentale per spronarmi quando, per motivi miei, tendevo a demotivarmi.
Siamo imbeccati in due giorni fantastici, il secondo meno brillante, ma comunque perfetti…a livello meteo; meglio non ci poteva capitare. L’importante era esserci e questa volta c’eravamo
Dopo lo stage in aula, siamo saliti in decollo, già con le boe caricate. Il clima era tranquillo, una trentina di piloti…decollo solo per noi.
Con Andrea abbiamo provato a fare amicizia, guidati anche dalle necessità di capire meglio lo strumento; questo soprattutto per me…Andrea,il suo lo conosceva bene , praticamente come l’AVE Maria, tanto è vero che si è improvvisato maestro del suo gruppetto di digiflaisti.
Si parte con un paio di rufoloni del nuovo presidente Fivl Spongia..e poi uno dopo l’altro decolliamo (non commento i decolli).
La prima task, per me è stato un vero flop. A destra, dopo aver fatto anche una bella quota perdo completamente i riferimenti e mi trovo a superare lo start di gran lunga, ingannato anche da altri piloti più lontani, credendo che fossero della gara. Così seguendo il crinale e poi il costone mi sono allontanato sempre di più.
Lo strumento era praticamente inutile,anzi io non sapevo come interpretarlo o per lo meno ciò che diceva non mi tornava.
Nel rientro perdo tutta la quota, allargandomi al centro valle e con vento contrario, oramai deluso atterro. Giornata bruciata pensai. Andrea invece chiude bene la task, perculeggiandomi visto l’accaduto, per tutto il giorno!! Lo sfottò è perdurato fino sera, quando insieme ci siamo guardati il filmato registrato della mia GOPRO che avevo montato sul casco.
Deciso di fare meglio, mi riprogrammo la schermata del mio flymaster e dopo aver caricato le boe in decollo ripartiamo. La task era un po’ più complessa e la giornata era molto meno generosa con lunghe pause…questa l’analisi di Damiano Zanocco, a seguito pensai: andiamo bene!!! Eravamo però decisi di fare comunque bene. Per me era facile…dovevo semplicemente fare meglio del nulla del giorno prima!.
Finalmente, dopo aver fatto pace con lo strumento e fissati i riferimenti corretti, mi sono divincolato tra le boe, riuscendo anche a superare qualcuno che vedevo davanti…provando grande soddisfazione. Al ritorno mi sono analizzato mentalmente il volo, bacchettandomi sia sullo start che sullo speco di tempo utilizzato per fare quote inutili…ma comunque mi è servito molto per capire dove stavo sbagliando.
In conclusione le gare servono..non tanto per vincere, ma ti allenano a volare con obbiettivi concreti e definiti, inoltre ti costringono a ragionare in volo…e soprattutto a mettere in pratica, in maniera sensata, ciò che abbiamo imparato.
…Scusate mi ero dimenticato di Andrea…alla seconda Task non ha raggiunto neppure lo star:ovviamente mi sono rifatto del giorno prima!!!
Alessandro
L’ associazione ControNembo , in collaborazione con il Comitato di festeggiamento “LA FAGGIA ” , dedica due giorni al volo in località Stribugliano , comune di Arcidosso ( GR ) , in totale spirito di amicizia e divertimento .
Per i piloti partecipanti pranzo e cena saranno offerti dal comitato nella giornata di domenica e la sola cena nella giornata del sabato , mentre gli accompagnatori pagheranno un normale ticket di di consumazione , possibilità di poter dormire presso agriturismi , campeggi , o anche in sacco a pelo in decollo per i più audaci .
Negli ultimi anni qualche bel volo è stato portato a segno , per chi farà il volo più lungo , in regalo , offerto dal comitato “LA FAGGIA” , prodotti tipici locali , qualcuno ha promesso anche eventuali cognate , amanti , e suocere …
Nell’occasione , piloti abilitati al biposto ( volo con passeggero ) svolgeranno tale attività per la promozione del volo libero che non guasta mai !
Partecipate numerosi , il posto è stupendo , ed è una ciliegina sulla torta per il nostro sport, e così potrete dire : anche io ho volato a STRIBBBBUGLIANO , come diceva il carissimo Franco Sindici ( FRANCO 39 ), con la sua travolgente simpatia , sempre schietta e sincera.
Per invogliarvi potete vedere i seguenti video su youtube :
https://www.youtube.com/
dopo di che verrete di sicuro !!!
Il venerdì pomeriggio di buon ora con Fabio Terrosi siamo partiti per lo Snaf: io carico e felice perché l’idea di rivolare a Caltrano dopo diversi anni mi entusiasmava, Fabio seduto in macchina accanto a me molto meno entusiasta e molto preoccupato visto che non si sentiva fisicamente a posto e poi era quasi un anno che non staccava i piedi da terra.
Arrivati a Siena è salito a bordo Daniele il badengo al suo secondo Snaf (ripetente!). Arrivati abbiamo incontrato Roberta, la quarta del Contronembo in trasferta.
Damiano ha iniziato a spiegarci un po’ il programma e il lavoro da fare con il Gps -quello strumento alieno per me- , ed ho cominciato subito a farci la guerra.
Devo dire in tra piloti in questi incontri, come ho potuto costatare anche in altre occasioni c’è molta solidarietà per cui rompendo le p….. un po’ di qua un po di là sono riuscito a capirci qualcosa.
Il Sabato purtroppo la meteo non sembrava buona ed è stata annullata la prova di volo con Gps, i più fortunati sono rimasti e nel pomeriggio hanno fatto un bel volo, qualcuno è arrivato a Bassano e ritorno; noi tre siamo andati con un gruppo della zona, tra cui Luigi Grandi che ha vinto il campionato del Triveto nonchè padre di Manuel che ha partecipato ai mondiali, a volare sui colli Berici. Io ho fatto un voletto, Daniele ha beccato il momento buono è si è fatto un bel volo, Fabio nonostante il volo fosse tranquillissimo non si è sentito di volare (noi abbiamo insistito ma …niente).
Comunque è stata una esperienza che ci ha fatto conoscere della bella gente, grandi piloti ed in più veramente umili.
La domenica visto che c’era la gara del Triveneto, Damiano lo abbiamo visto veramente poco, comunque ci ha lasciato in buone mani con Luca Basso e Paolo Zammarchi, e come tutor Luigi Grandi. Siamo stati inseriti nella gara FUN. In tutto, tra le varie categorie, in decollo eravamo 140 piloti: uno spettacolo.
I grandi piloti sono davvero semplici: in pullman eravamo a sedere accanto a Basso e Zammarchi, ed io, prendendo in giro Fabio, ho detto che non voleva volare; loro si sono messi a parlare con Fabio per tutto il viaggio chiedendone il motivo, facendosi spiegare le sue paure ed esprimendogli le proprie, i problemi che anche loro, sia di salute che di infortuni anche gravi, avevano dovuto affrontare. RISULTATO: Fabio ha rifatto il suo primo volo dopo mesi e questa è stata la cosa che a me e a Daniele è piaciuta di più’ dello Snaf.
La gara: inizialmente con quel maledetto Gps non ci capivo niente; visto che le nubi erano basse ad un certo punto mi ci sono trovato dentro senza rendermene conto, orecchie e speed e via subito.
Poi il maledetto Gps ed io abbiamo iniziato a collaborare e sono felice di avere chiuso il percorso…almeno credo!
Una cosa che ho capito: volare con un obbiettivo è veramente tutto diverso.
IL TRIO E’ STATO PIACEVOLE.
L’articolo che segue è opera di Franco Sindici (Franco39), ed è comparso sul forum vololibero.net nel giugno 2006, con l’introduzione di Luciano Cassiago
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Aooooh, stamo aannà…??
A Giusè, ma ndò è che stamo aannà a volà ??
Uhm… vediamo un po’ come se chiama sto posto….ecco: Stribbbbugliano ! Mah, noo trovo sulla cartina FIVL, sei sicuro che ce sta sto volo? Ma con quante “b” se scrive Stribbbbbbugliano. E che ne so, secondo me ce ne sono almeno 3, forse 4, dipende se lo raggiungi dal Lazio oppure dalla Toscana.
Inizia così l’avventura dei nostri due simpatici romanacci con al seguito quel rompiglioni de Giancarlo che, prodi del loro nuovissimo impianto di navigazione satellitare, si sono ritrovati spersi per le campagne Toscane in cerca di un nuovo decollo dal quale liberare il proprio desiderio di volare in compagnia di alcuni amici.
Le conversazioni tra i tre, inerenti gli svariati errori di strada dovuti al trabiccolo satellitare, sono riservate ad un pubblico adulto e non credente, ma sentiamo dalla tenera vocina di Franco39 come è più o meno andata quella bella giornata di volo.
Luciano
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Stribugliano, ma che è, ma ndo stà ???????
Allora annamo?? Che volemo fà?? daje, che annamo a trovà quer gallinaccio de Sergio co tutto er contorno de bucaioli toscanacci che nun sanno volà, ma pe magnà, nu li frega nessuno!!!!!!!! Guarda, nuffà lo s….. che nu vieni che se no co no sganassone te cancellamo dall’anagrafe… Questo più o meno l’approccio e il gentile invito degli amici.
Sabato mattina, ore 7,30 (si fa per dire) partenza da Roma, arrivamo a destinazione più o meno regolarmente sotto la guida del navigatore satellitare che ce fa fà 350 km de strada bianca o come dicono i toscani “sbrecciato”… Si va bè, ma era più corta… fanculo!!!
Aaaah! e poi nun v’ho detto der mejo ritrovato della tecnica satellitare: dice Giuseppe er padrone dell’incantevole accessorio, che je sona quanno c’è na pattuja della stradale, bè, ha sonato 50 vorte, insomma stava sempre a sonà, meno le due vorte che la polizia c’èra sur serio, ha sonato armeno un par de km dopo, e Giuseppe, però a sonato, c’è da settallo mejo… e noi de rimando, “si ha sonato, ma pe piacce per culo, questo te sona pure se te lo porti a volà a 2000 metri, t’avvisa che dietro a quella nuvoletta ce sò i carabinieri…”
Trovamo un po’ de gente e anche uno nuovo, un ospite, uno che parlava un pò strano, manco a dillo, era de Vicenza, ma era normale, è quando che è ripartito che nun era normale, c’aveva un paio d’occhialetti strafichi, neri, e quando se n’è andato, erano diventati bianchi, ma lui se l’era levati, pensa un po’ er sole a vorte che pò fà…
Vento fote 47 kmh, che famo… annamo a magnà…. che artro!!!!!!!! A tavola Antonio (così se chiama) ci ellustra i preggi delle sue vele le Niviuk che poi hanno provato tutti rimanendone contenti almeno m’è sembrato.
A regà, stamo leggeri se no invece de volà se famo na pennica… Si ma n’antipastino, tanto pe non chiacchirà a stomaco voto, poi magari se famo solo un primo, così nun se famo male, ok,ok,ok… Intanto arrivano 4 tielle de roba affettati vari, e due vassoi de bruschette e tartine varie…
Mentre se parlava del più e del meno innaffiando di buon vinello rosso il tutto, ecchete che ce portano il primo, due vassoi de ravioli e due de gnocchi… E l’omo campa e se tiè leggero!!!! Insomma pe falla breve, dopo un caffeuccio se ne annamo sur decollo, il vento era nel frattempo calato, e le condizioni erano bone, Antonio parte pe primo, comincia ad inanellare passaggi sul decollo quasi a volecce prenne per culo, ma nu ce stà nessuno, e uno dietro l’altro decollano tutti, si provano le vele, si sale, e si colora il cielo di vele.
A sera, stanchi ma soddisfatti, se ne annamo a cena, più che na cena sembrava un record de durata, dalle 20 alle 24,30, panza mia fatta capanna!!! Noi siamo stati ospiti a casa di Sergio mentre Antonio dopo molta insistenza, e stato ospite da Silvio che vive solo ed ha un letto matrimoniale… boooooh!!!
La domenica altra giornata di volo, condizioni non ottimali, quasi tutti hanno fatto poco più di una planata, tranne Giancarlo e Giuseppe, che per rabbia de volà, se giravano pure le scuregge delle mosche, ma alla fine anche loro se so ridotti ad un planatone.
Visto e considerato che a Stribugliano la pacchia era finita, saluti e abbracci e promesse di risentirci e rivederci al più presto, anche Antonio per gli amici del forum (squaky21) e per la cronaca, l’importatore delle vele NiviuK, che in quei due giorni, aveva assimilato il buono ed il cattivo dei toscani e di noi romanacci, con le lacrime agli occhi, prometteva di ritornare al più presto, e stava valutando l’idea di trasferirsi da noi dove si era trovato così bene… Embè la notte porta consiglio…
Noi tre ci siamo guardati e… ma dai, corremo, che ce la famo a fasse un volo al lago (Trevignano). Ma purtroppo, con tutta la buona… Nisba!! La giornata è finita, e gli amici se ne vanno, ma quello che è certo, ne abbiamo trovato uno in più, e visto che è molto propenso a seguire i nostri cattivi esempi, e poi come se dice… In compagnia, prese moie n’frate…
Franco39
Sono appena tornato dal campionato mondiale di paramotore svoltosi all’aeroporto di Marugàn nel centro della Spagna a 20 km da Segovia (http://wpc2012.microlight.es/
La mia partecipazione è stata abbastanza casuale: un pilota di paracarello biposto, anche lui alla prima esperienza mondiale, cercava un navigatore e io mio sono proposto pur non avendo mai partecipato ad alcuna gara di paramotore. Questo è già abbastanza indicativo della preparazione generale della nazionale italiana: chi ha un brevetto in regola, un minimo di esperienza di volo e un po’ di tempo a disposizione parte per la trasferta spesato di tutto (l’unica spesa sostenuta da me è stata la tessera FAI di 176 euro). Ci sono squadre, invece, che si allenano tutto l’anno simulando le varie prove di gara e arrivano ai mondiali molto meglio preparate. La nazionale francese, ad esempio era costituita da 19 piloti e 13 accompagnatori tra cui il meteorologo, il tattico, il cuoco, vari meccanici e addirittura uno psicologo/motivatore.
In ogni caso sono molto contento di aver partecipato: ho scoperto tutto un mondo che non mi immaginavo nemmeno. Le gare di paramotore sono davvero divertenti e molto stimolanti.
Ci sono 3 categorie di prove: navigazione, economia e precisione. Per essere omologato unmondiale deve avere almeno 2 prove per ogni categoria, per un totale di 6 gare. Noi in tutto ne abbiamo disputate 10. Nella mia categoria (PL2 cioè paracarello biposto) siamo arrivati decimi, cioè ultimi. In tutto erano presenti 120 piloti da 19 nazioni di tutto il mondo, la maggior parte partecipa alla categoria PF1, cioè paramotore singolo.
L’uso in volo del normale GPS, della radio e del telefonino è vietato (tutti questi strumenti vengono chiusi e sigillati dai giudici e possono essere usati solo in caso di atterraggio fuori campo per chiamare il recupero). La traccia del volo viene registrata da un logger, cioè un GPS muto che può solo registrare, ma non fornisce alcun dato al pilota.
Nelle prove di navigazione si usa una cartina topografica molto dettagliata (scala 1:70.000) che viene attaccata ad un disco di polistirolo da 50 cm di diametro appoggiato alle gambe del pilota (o del navigatore nel caso di biposto). Lo scopo è sempre quello di effettuare un percorso e raggiungere le varie boe nel tempo più breve possibile. In alcuni casi le boe sono segnate sulla cartina, in altri casi viene fornita una fotografia aerea delle boe e sta al pilota/navigatore riconoscerle in volo.
In alcune prove la rotta da seguire è stabilita dal direttore di gara e la correttezza della linea è certificata dal passaggio attraverso alcune boe nascoste, la cui posizione è sconosciuta al pilota (quindi se il pilota non mantiene la rotta indicata subisce penalità).
In altre prove la rotta è decisa autonomamente dal pilota che sceglie quali boe raggiungere in un determinato tempo stabilito dal direttore di gara. In questo caso chi raggiunge il maggior numero di boe vince, ma chi sfora il tempo massimo stabilito subisce penalità.
A complicare il tutto ci si mette il cronometro: prima del decollo bisogna consegnare ai giudici una dichiarazione di volo dove, a seconda del tipo di prova, bisogna indicare il tempo di passaggio alle varie boe, oppure la velocità media che si intende mantenere nei vari tratti di gara. Ogni secondo di anticipo o di ritardo sulla tabella di marcia stabilita è penalizzato con un punto. Un ritardo o un anticipo di 3 minuti equivale ad una penalità del 100% cioè si prendono 0 punti.
Tutta questa programmazione della rotta di volo, dei tempi di passaggio alle varie boe e/o della velocità media si effettua subito prima del decollo in un tempo massimo di 30 minuti, scaduti i quali si applicano varie penalità di punteggio.
Il decollo e l’atterraggio vanno effettuati all’interno di un perimetro stabilito dal direttore di gara, oltrepassato il quale si subiscono penalità.
Nelle prove di economia il serbatoio della benzina deve essere completamente svuotato e poi riempito con una quantità di carburante uguale per tutti (ad esempio 2 kg per i monoposto e 4 kg per i biposto). A seconda del tipo di prova vince chi percorre un percorso triangolare più ampio possibile (con un bonus di punteggio per chi effettua il primo lato più velocemente degli altri) oppure chi rimane in volo per il tempo maggiore sfruttando le termiche per fare quota. E’ ammesso spegnere il motore per risparmiare carburante. L’atterraggio fuori campo è penalizzato con varie penalità a seconda della prova.
Durante le prove di precisione bisogna aggirare nel minor tempo possibile dei piloni gonfiabili alti circa 7 metri. Nel centro del circuito, equidistante dai piloni, è infisso nel terreno un paletto snodabile da slalom alto circa 1,5 m che va abbattuto con i piedi o con il carrello. Nella prova chiamata otto bisogna disegnare in volo un 8 aggirando due piloni distanti tra loro 100 m. Nella prova chiamata quadrifoglio i piloni sono quattro (distanti tra loro 70 m per i paramotori e 100 m per i carrelli) e bisogna effettuare la prima e la quarta virata a sinistra, la seconda e la terza a destra. Toccare il terreno comporta la penalità del 100% cioè 0 punti.
Un’altra prova di precisione è il bowling landing: bisogna atterrare avendo spento il motore da almeno 1 minuto e colpire, prima di toccare terra, il massimo numero di birilli alti 0,5 m per i paramotori e 1 m per i carrelli.
Tutte queste prove di navigazione, economia e precisione vanno effettuate durante la tutta manifestazione sempre con la medesima attrezzatura che viene identificata e fotografata dai giudici. E’ ammessa la manutenzione di quello che dovesse danneggiarsi, ma non la sostituzione della vela o del motore. Questo fa assomigliare il campionato ad una prova di decathlon di atletica: vince il pilota più abile in tutte le prove e che ha scelto un’attrezzatura adeguata, cioè che abbia il miglior compromesso possibile tra agilità, velocità, efficienza e precisione. Non esiste una unica vela che possa soddisfare contemporaneamente tutte queste caratteristiche al 100%, così come non esiste un unico motore in grado di essere allo stesso modo il più potente di tutti e il più parco nei consumi.
E’ un vero peccato che il paramotore in Italia sia poco considerato (anche dagli stessi piloti di parapendio). Le gare così concepite sono davvero interessanti: ricordano molto le gare di orienteering dove, prima ancora di avere buone gambe per correre veloci, bisogna avere le mente lucida per programmare il percorso e mantenere i tempi previsti.
Partecipare ai mondiali mi ha insegnato moltissimo e sicuramente il mio modo di volare è cambiato in meglio. Chissà se sarò in grado di prepararmi a dovere per i prossimi campionati europei che si svolgeranno in Estonia durante la prossima primavera…
(video @Italo Sassu)
che dire, semplicemente tutto fantastico, bello il posto, buona l’organizzazione, tanta voglia di scoprire le sensazioni di partecipare ad una gara.
Giorno della partenza Venerdì 7 Settembre.
……per mia natura, non saranno certo i miei tipi, ma dopo aver saputo che la finale del Cric 2012 si sarebbe, già dal giovedì 6, disputata nel sito disponibile di Poggio Bustone, Carlo, Piero, Gianluca e quando gli prende la 3, Fabio Sacco, li ho tempestati di telefonate/sms inevitabili al fine di mantenere viva la speranza di non andar solo.
Purtroppo, dopo le defezioni di Piero e Carlo, partiamo in solitudine, consapevoli che i GPS disponibili sarebbero stati di vario genere land and air . Purtroppo il mio (di terra) di vecchissima data idoneo soltanto ad indicare vie di lunga percorrenza e di importanza nazionale, risulterà di scarso aiuto nell’indicazione delle piccole vie di comunicazione.
Così è stato. In avvicinamento al Goal “Poggio Bustone” il mio vecchio Garmin si blocca e l’unica indicazione che riesce a darmi, peraltro rivelatasi errata, è quella di imboccare un tunnel lunghissimo che francamente, a naso, dopo averne percorso un paio di cento metri, capisco che non è quella la strada, mi stavo allontanando, consapevole che il problema che si poteva concretizzare, non era certo la benzina, ma era raggiungere la dead line (in una task la deadline è il limite orario per l’effettuazione della prova) oltre le ore 24:00 significando finire fuori gara, anzi, scusate, rimanere fuoristanza.
In relativa lontananza vedo delle luci di un paese arroccato, penso: Poggio Bustone non può essere che quello. Dopo una serie interminabili di tornanti (come una termica anzi, anzi una termo dinamica) alle ore 23.15 , raggiungo Poggio Bustone e se non prendo un vaffa dal proprietario (forse l’avrà solo pensato) della Locanda la Francescana è soltanto perchè poco prima di varcarne la soglia mi viene in contro, spiegandomi che il suo bed and breakfast è, per quel w.e., quasi totalmente occupato dai pellegrini devoti a San Francesco, pertanto, a voce bassa, mi sussurra che non bisogna fare rumore: ”…sai, questo tipo di ospiti si svegliano all’alba per intraprendere le interminabili camminate di rito”. Ok sarà fatto, rispondo, mettermi in cattiva luce nei confronti dei devoti a San Francesco non mi sembra proprio il caso.
Come se le mitragliate delle telefonate non fossero state sufficienti, contatto, per l’ennesima volta, Gianluca spiegandogli che raggiunta la locanda, sarò io ad aspettarlo, non certo la reception della Pensione.
Gianluca arriva dopo circa un ora e come una suocera che si rispetti, evidenzio, solo pesandolo che se fossi stato in lui sarei partito un pochino più tardi da Grosseto. Comunque sia, è tardi, andiamo a letto, sfiniti per la giornata appena trascorsa ma vispi per l’inevitabile gioia/tensione/energia che ora per ora si stava accumulando per il giorno della gara.
Sabato 8 settembre.
Saliamo in decollo e dopo circa 30 minuti il Direttore di gara chiama il Breafing prima la Pro e poi la Fun e ce ne illustra il tema.
Per quanto ci riguarda, il direttore, della Task numero 7, ci spiega che la gara per noi della Fun, si deciderà alla boa numero 3, e così è stato. Dopo la boa n.2, oltre al fatto che la distanza dalla due alla tre si parlava di circa 8 Km c’era da considerare che almeno 5 si dovevano fare in piana e una giornata non favorevole dal punto di vista termico non poteva certo permettere, ad una categoria come la nostra, di chiudere la task.
Per quanto mi riguarda, a 3 km dalla boa n.3 (guarda il caso), mi trovo a circa 350 metri su un cucuzzolo che ospita un piccolo agglomerato urbano e dentro di me penso: o trovo termica oppure posso dire addio alla boa 3.
Non trovo praticamente niente e dopo aver perso 100 metri, invece di proseguire per avvicinarmi alla boa 3, decido, sbagliando, di guadagnare al massimo l’atterraggio (pertanto allontanandomi dalla boa 3) forse per la zavorra che mi sarei dovuto portare dietro una volta toccato terra, oppure perchè avevo proprio staccato la spina… risultato: se non ricordo male mi classifico nono proprio dietro a Gianluca che dopo atterrato mi continuava a dare, per essere recuperato, delle coordinate in formato non corretto… e pensare che avevamo partecipato ad una gara con dei wpt in un formato ben preciso!
Domenica 9 Settembre
Solito breafing di rito, con la consapevolezza che le termiche sarebbero state decisamente molto più robuste. La prova di quanto asserito è la cronaca del Breafing interrotta da un urlo: “attenti attenti dust devil!!” e una fumata di polvere/terra si inerpica in un cilindro vorticoso poco più grande di un metro. Risultato: vela accartocciata, priva di pilota allacciato e libera da pesi che l’avrebbero fatta/fatto decollare.
Dentro di me mi dico: minchia si inizia benino. Anche il tema di gara sembra più fattibile ma c’è sempre la maledetta boa tre che oggi Domenica è diventata la numero quattro. L’apertura della finestra di decollo è dopo le 14.00 mentre l’inizio gara allo Start Pilon (wpt di inizio gara di raggio 400 m) è previsto esattamente alle ore 15:00.
Decollo e dopo aver fatto termica in prossimità del take off, il mio digifly, programmato correttamente con lo Start Pilon ore 15:00, con una voce e sul display mi informa di essere a 3 minuti dalle 15:00, indicandomi nel contendere il cronometro – 2 min e 59′ ..58′..57′ e così via. A questo punto guardo il plotter e la mia traccia si sta pericolosamente ed eccessivamente avvicinando allo start prima delle 15 ……viro, faccio un 360 forse due e in quel momento capisco di essere poco più basso del concorrente della Fun, primo alla task del giorno prima, che viceversa per fare termica era ancora decisamente più lontano rispetto alla combinazione ore 15:00 e posizione Start Pilon… e così è stato, per raggiungermi penso che affondi sulla pedalina e perde quota.
A 10 secondi dallo start, e a soli 30 metri dal cilindro: parto per primo, mi giro leggermente con il capo, anche lui nel frattempo ha raggiunto lo start, ma dopo di me, a questo punto mi dico, facciamogli vedere quanto va questa Artik e affondo sulla pedalina (non tutto), lo lascio in termini di distanza ma non certo in termini di quota, quasi mi lascia andare: capirò solo dopo il perché.
Dopo lo Start Pilon la boa numero 2 è distante 4 km su un paese che segue quasi la catena dove voliamo, a 800 metri, dalla boa numero 2, mi rendo conto che rispetto al giorno prima mi trovo leggermente più basso e allora trovata una termica non potente 1,00/1,5 ms capisco in quel momento il motivo per il quale il concorrente predetto aveva deciso di lasciarmi andare. A questo punto, essendo più basso rispetto a lui, visto che sto girando in termica, lo vedo piombare a tutta velocità, prende quella termica più alto di me e insieme a lui arriva il terzo e il quarto,..
Dentro di me, come prima mi ero elogiato, penso: “.. ma sono proprio un bischero ad avere abboccato”: quegli str…i (in senso buono) mi hanno preso come termo cavia, a questo punto raggiunto, mi trovo a 100 metri sotto a loro, la termica è anche un po’ turbolenta e spezzata, virano prima di me sulla boa numero 2, viro anch’io e loro mi guadagnano in termini di distanza un chilometro visto che mi rifermo, dopo la boa numero due, tornando indietro sempre circa sulla solita termica (ero troppo basso per continuare).
A questo punto guadagno faticosamente un po’ di quota,1500 metri circa e decido di ripartire alla boa numero 3 che oggi non è la tre del giorno prima ma la due del giorno prima. La giornata, nonostante gli annunci, non sembra ancora definitivamente partita, anzi stava partendo e vicino al decollo ne ricevo prova: un termicone, forse preso in leggero sottovento dovuto ad un dosso vicino al decollo delta, mi sbalza a tutta velocità verso l’alto; in quel momento, mi concentro solamente a reggere la mia Artik 1 contro vento che mi sembra di partire prima a destra poi a sinistra,.. la reggo…. il digifly era tanto che non lo sentivo fischiare con quella frequenza, guadagno 400 metri in poco meno di 1 minuto e 20 secondi, mi sento alto e forse lo sono per la boa numero due, decido di partire (su questa termica non ci faccio neanche un giro), raggiungo la boa e viro nuovamente per la boa numero 3 (sempre il tre) e cioè il decollo. Indovinate indovinate? Quel popò di termicone che non avevo sfruttato dopo esserne uscito per raggiungere la boa 2 mi fa perdere prima all’andata e poi al ritorno 550 metri, portandomi in un aria parecchio, ma parecchio sotto il decollo delta e sotto le termiche che contano…
La mia gara finisce qui….Atterrato, ricevo per radio l’informazione dell’emergenza fatta da un pilota della Pro: poi si è saputo che era ingarellato con il primo per raggiungere il goal, con vento a favore e pedalina tutta schiacciata …non siamo deltaplani!!!
Che dire, esperienza fantastica!!!
Dopo che per tutta l’estate (dal 15 di luglio) c’eravamo stati dietro, alla fine ci siamo riusciti e siamo andati a fare l’ultima manche, la finale, del CRIC a Poggio Bustone!
Alla fine eravamo solo io e Andrea Clementini, io da solo da Grosseto, con partenza alle 20 e 45, e Andrea da solo da Firenze.
In loco ci siamo ritrovati con il mitico Fabio Sacco, che è arrivato il sabato mattina, essendo lui molto più in sintonia con i tempi della gara.
Il pernottamento del venerdì, all’Ostello Locanda Francescana di PoggioBustone, era dettato dall’esigenza di non arrivare cotti il sabato mattina, e infatti freschi come rose ci siamo presentati alle 9 e un quarto per iscriversi….e già il primo piccolo equivoco perché sembrava che non ci si potesse iscrivere solo per la finale. Poi tutto si è sistemato, anche perché in fondo pagavamo 35 euro per due giorni di gare, non vedo per quali motivi non dovessero farci iscrivere! Più gente si iscrive e più si supporta la causa dei campionati regionali!
Dopo questo piccolo equivoco tutto è proceduto liscio, caricamento boe, familiarizzazione con lo strumento (mio primo utilizzo vero dello strumento), attesa della navetta (il furgoncino di Filippo Lo Giudice, dell’Abetone, che ci ha portato su entrambi i giorni), attese varie, poi finalmente il briefing, tutti insieme, pro e fun. Direttore di gara Fabio Pasquali della scuola Parapendio Roma…
Il primo giorno nessuno ha concluso la task, complice sia la meteo un po’ scarsa sia forse la task un po’ pretenziosa (ma le cose vanno di pari passo ovviamente), ma la prima gara è servita per ambientarsi, capire bene i riferimenti visivi del posto, capire come funziona lo strumento in volo e familiarizzare con le termiche robuste ma salvifiche di Poggio Bustone.
Io faccio fuori campo in direzione della quarta boa, in un disperato tentativo di vedere dove andavo a finire, l’economo Clemens invece vira all’ultimo in direzione atterraggio e così mi può venire a recuperare (tralascio il fatto che si è incaponito con le coordinate gps, quando bastava seguire le tabelle a lato della strada per trovarsi in 10 minuti – era la stessa strada dell’atterraggio, ieri c’ho provato Andre…ehehehehe :-))
Io avevo giurato che non avrei pensato all’atterraggio, sennò che ero venuto a fare???
La sera cena in agriturismo con comitiva variegata (anche una giapponese che non s’è capito bene che ci stesse a fare…) e a nanna presto, io con un bel mal di testa dato dal sole e dalla tensione accumulata….
Il secondo giorno il copione è lo stesso e quindi mi sento più preparato, salvo che la gente è più numerosa e la giornata all’inizio sembra partire prima, quindi si sparge la psicosi del “siamo in ritardo, la gara parte senza di noi!” In realtà i tempi sono più o meno gli stessi del giorno prima, finestra di decollo alle 14 e 45, start alle 15… Del Giudice fa il Direttore stavolta e corregge la task del giorno prima rendendola più lineare, chiarendo che vuole che la gente (i fun soprattutto) concluda la task, giocandosi bene le altezze per arrivare in fondo, e che la gara si decide su chi arriva primo.
Io ad arrivare primo non ci penso nemmeno, ma ho chiaro in mente che la voglio concludere…ho capito dove sono le boe (cosa importante perché anche se lo strumento ti dice dove andare vi sfido a capire a 8 km di distanza dove può essere il “laghetto pesca” e quale sia la strada migliore per arivarci!) e che ci vorrà la pazienza di lavorare tutte le termiche…
E così è stato, all’inizio parto male (addirittura strusciando in terra, che VERGOGNA !! ), e ci metto una vita per ottenere una quota decente per fare lo start, poi via una boa dopo l’altra, fermandomi a lungo per riottenere la quota giusta… man mano che si fanno le 16 la giornata si fa più generosa, anche se la vela in termica tende ad andarsene in tutte le direzioni e ci vuole pazienza per dire “calma, così non va, ricominciamo a girare da quest’altra parte”… infine, superata la terza boa, bisogna tornare al decollo e poi andare a cercare i laghetti là fuori nella piana, a 8 km, e qui avevano detto che ci voleva quota (il giorno prima ero partito con 1600 ed ero arrivato forse a metà strada) e io sono deciso a farla, vedo una vela gialla che si fa scarrocciare indietro ma molto in alto sopra al paese di Poggio Bustone e mi ci butto anch’io, all’inizio lottando, ma piano piano conquistando sempre più quota con facilità (nel frattempo qualcuno della PRO ha fatto emergenza e lo stanno andando a riprendere, e le conversazioni via radio un po’ mi distraggono e un po’ mi aiutano a rendere automatici alcuni movimenti, facendomi riflettere sul fatto che per salire non bisogna pensare tanto, bisogna solo rispondere con naturalezza all’ambiente che ci circonda). Alla fine ho fatto 2100 e mi pare il momento di partire: all’inizio dubbioso perché la meta e il sucessivo ritorno in atterraggio (12 km in tutto) sembrano proprio tanti, ma poi man mano che avanzo acquisto sempre più fiducia e realizzo che forse ce la faccio, e all’arrivo sui laghetti ancora con una bella quota mi ci scappa da piangere perché capiso che forse ce l’ho fatta davvero… nel frattempo una grossa mano me l’ha data anche un bel cumuletto che lungo la strada mi risucchia facendomi vedere il terreno attraverso una nebbiolina quasi di montagna, ma è un attimo, appena superato il vario iniziata a lamentarsi di nuovo, l’aria si fa velocemente più calda, faccio l’ultima virata in direzione atterraggio e me la godo, felice di aver resistito e aver portato a termine tutto il compito (task in inglese non è altro che missione o compito).
Atterro felice e dopo di me atterra una pilota locale, l’ultima a chiudere.
Fabio è già ai tavolini e all’inizio immagino che abbia concluso da un po’ e mi dico che doveva essere davvero facile e infatti lui è già arrivato da un pezzo, invece mi dice che ha sofferto il mal d’aria e ha abbandonato molto prima.
Dopo poco vedo il Clemens provenire a piedi dal fondo dell’atterraggio e realizzo che sono stato l’unico dei Contronembini a chiudere, e capirete che la soddisfazione da una parte aumenta, perché la tenacia è stata ripagata e lo spirito è stato quello giusto, anche se sarebbe stato bello chiudere in più d’uno a dimostrare che i decolli di Maremma forgiano il carattere!!
Per concludere esperienza fantastica, che ha riunito quello di cui avevo voglia da un po’ di tempo, ovvero volare un posto nuovo, non rischiando il viaggio a vuoto perché la giornata è monitorata da gente più esperta e non ci sono rischi, liberarmi dalla schiavitù dell’atterraggio e del ritorno a casa, farmi passare la sindrome della mezz’ora, perché io dopo mezz’ora in volo inizio a pensare che sono stanco e che forse è meglio prepararsi ad atterrare…. insomma tutta una serie di cose che piano piano ti riducono la capacità di volo e ti costringono a fare sempre il solito voletto…
A questo serve la gara….. concluderla poi è una figata pazzesca, …. figuratevi se un giorno arrivo anche primo 😉
Splendidi voli!!!
Gianluca